La copertina per il disco “Stabat Mater” di Ceo Toscano: l’antica iconografia orientale ridisegnata in chiave contemporanea

La copertina per il disco “Stabat Mater” di Ceo Toscano: l’antica iconografia orientale ridisegnata in chiave contemporanea

Tra i miei ultimi interessantissimi progetti, c’è la creazione della copertina di un disco uscito lo scorso 6 Aprile e diffuso in 240 paesi, su 22 piattaforme in tutto il mondo. Si tratta dello “Stabat Mater” di Ceo Toscano, prodotto dall’Associazione “I Musicanti” e Gregorio Caimi per l’etichetta Em Dabliu Em. A differenza dei cd musicali del passato – per i quali progettavo copertina, inlay card, label e booklet – l’avvento delle piattaforme digitali oggi richiede la realizzazione della sola copertina. Lavoro sicuramente più veloce ma non meno impegnativo, perché la grafica deve anche e sempre essere in grado di attrarre l’attenzione di coloro che non conoscono ancora il lavoro di quel determinato musicista. Nella comunicazione si sa, l’occhio vuole assolutamente la sua parte ed in questo caso l’obiettivo era quello di realizzare un progetto che parlasse di antico, ma immerso in un contesto attuale, così come Ceo Toscano ha fatto.

Lo “Stabat Mater” (tradotto dal latino “Stava la Madre”) è una sequenza del XIII secolo appartenente alla liturgia latina, comunemente attribuita dalla tradizione a Jacopone da Todi e che Ceo Toscano ha fatto sua in questo disco nel quale si presenta nella triplice veste di compositore, violoncellista e cantore. Il suo lavoro ripropone una rivisitazione in chiave del tutto contemporanea di una meditazione che racconta del dolore e della sofferenza di Maria sotto la croce e alla quale svariati grandi compositori del passato hanno dedicato le loro opere musicali. Nomi come quelli di Pierluigi da Palestrina, Vivaldi, Pergolesi, Rossini, Schubert, Liszt e Verdi sono solo alcuni che possiamo citare fra i tanti.

Img sx: Giovanni Battista Pergolesi, Public domain, via Wikimedia Commons – Img dx: Handel and Haydn Society, Public domain, via Wikimedia Commons

E proprio in riferimento a quel passato riletto e reinterpretato in chiave moderna, ho scelto di proporre un progetto grafico che traesse ispirazione dalla crocifissione del Cristo così come veniva raffigurata dall’antica iconografia orientale. Un’arte unica e stilisticamente molto particolare, che con il passare dei secoli si è diffusa anche in occidente (spesso portata avanti all’interno dei monasteri) con la quale le icone non vengono dipinte, ma “scritte”, seguendo una tecnica che segue delle regole e un linguaggio ben preciso. Una scrittura scandita dalla preghiera che accompagna il lungo lavoro necessario per la realizzazione dell’opera: dalla preparazione della tavola di legno, alla trasposizione del disegno del soggetto, alla doratura

Img sx: Anonymous icon painter, Public domain, via Wikimedia Commons – Img dx: Louvre Museum, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

ASCOLTA LO “STABAT MATER” DI CEO TOSCANO